13, novembre 2024 – In un mondo sempre più frenetico e connesso sembra che il sonno stia diventando un lusso sempre più difficile da permettersi. Lo sanno bene giovani e adulti sempre più colpiti dai disturbi del sonno e dall’insonnia, oggi uno dei principali ostacoli a una vita sana e produttiva: colpisce in modo episodico il 20% delle persone nel corso della vita, mentre in forma cronica il 6-7% della popolazione. Per fare chiarezza su cause, sintomi e strategie per migliorare il sonno Piero Barbanti, docente di Neurologia all’Università Irccs San Raffaele di Roma, ha condiviso la sua esperienza sull’insonnia oggi ad un evento a Roma.
Barbanti chiarisce che “i disturbi del sonno e l’insonnia non sono necessariamente sinonimi. I disturbi del sonno sono, ad esempio, le parasonnie che includono il sonniloquio (parlare nel corso del sonno), il sonnambulismo o il disturbo comportamentale del sonno Rem, disturbo durante il quale il soggetto vive il proprio sogno come se fosse il protagonista, muovendo energicamente tutto il proprio corpo”. L’insonnia, invece, “vuol dire dormire male, non dormire poco – precisa il neurologo – Il paziente insonne si sveglia con la sensazione di non aver riposato, indipendentemente dalle ore dormite. Questo disturbo può dunque interessare sia chi dorma poche ore, sia chi abbia riposato a lungo”. Al contrario, dormire bene “significa invece svegliarsi la mattina e sentirsi in forma”. “Si parla di insonnia cronica – puntualizza ancora Barbanti – quando il soggetto abbia una cattiva qualità del sonno notturno per almeno 3 volte a settimana e da almeno 3 mesi. Negli altri casi l’insonnia viene definita come episodica. La causa principale dell’insonnia è in realtà l’iperveglia (si parla in questo caso di insonnia psicofisiologica). Esistono però forme di insonnia dovute a malattie psichiatriche (ansia, depressione), a parasonnie, apnee notturne, malattie internistiche e farmaci o sostanze da abuso”.