8 aprile 2025 – Potrà essere possibile per un medico analizzare il Dna di un suo paziente per meglio comprendere il rischio di sviluppare ansia e anche come meglio trattarla. Lo indica uno studio australiano del Queensland Institute Berghofer of Medical Research dell’Università del Queensland e del Brain and Mind Research Institute dell’Università di Sydney: esamina il profilo genetico di persone con disturbo di ansia e comparandolo con persone che non ne soffrono. “Lo studio mira a comprendere di più cosa porta alcune persone a provare ansia, quali siano i fattori di rischio e anche come si possa trattare meglio l’ansia – scrive la ricercatrice Sarah Medland sul sito dell’Università – La causa esatta dell’ansia rimane incerta, ma sappiamo che vi contribuisce una combinazione di fattori genetici, ambientali e psicologici”.
Lo studio intende raccogliere dati da circa 5000 australiani che hanno vissuto esperienze di ansia per aiutare a identificare i geni specifici che possono influenzare la condizione. Una seconda fase dello studio esplora l’uso di test farmacogenomici per cercare di prevedere risposte individuali a farmaci antidepressivi. Si stima che soffrano di ansia ogni anno 3,4 milioni di australiani di età fra 16 e 85 anni, nella condizione di salute mentale più comune. Secondo l’Australian College of General Practitioners, dal 2017 i medici riferiscono che i problemi di salute più comuni per cui assistono i pazienti sono psicologici.