Infertilità, un aiuto può arrivare dalla nutrizione

Percorsi personalizzati di nutrizione possono ottimizzare le chance di concepimento nelle donne con problemi di infertilità. Per guidare queste scelte alimentari un grande aiuto può venire da un tipo di radiografia full body. È quanto emerge da un test pilota condotto da esperti nutrizionisti del gruppo Genera presentato al congresso della Società europea di Medicina della riproduzione ed embriologia (Eshre) in corso ad Amsterdam.

“Essere sottopeso, sovrappeso o obese aumenta il rischio di ripetuti fallimenti d’impianto dell’embrione o di aborto spontaneo – spiega la prima firmataria della ricerca Gemma Fabozzi, responsabile del centro B-Woman per la salute della donna – L’indice di massa corporea è l’indicatore più utilizzato per definire le caratteristiche antropometriche; tuttavia, rappresenta un indicatore inadeguato della composizione corporea, con il rischio di calcolare erroneamente la percentuale di massa grassa e di sottostimare il rischio di fallimento riproduttivo” La ricerca, condotta in collaborazione con il gruppo di Laura di Renzo, professoressa ordinaria di Nutrizione Clinica dell’Università Tor Vergata di Roma, ha voluto analizzare la composizione corporea dei pazienti con problemi di fertilità usando l’assorbimetria a raggi X a doppia energia (Dxa), scoprendo che le donne con problemi di fertilità hanno una differente distribuzione dei tessuti soprattutto nella parte inferiore del corpo e nella mineralizzazione ossea. Grazie a questo approccio possiamo “arrivare a rendere più oggettivo il modo in cui siamo in grado di valutare la composizione corporea di una donna infertile”, conclude Fabozzi.

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